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Visualizzazione dei post con l'etichetta Racconto

IN TEMA DI ALLUVIONI

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  Traggo lo spunto dall’ancora attuale alluvione di Valencia del 29 ottobre 2024, c opia quasi conforme della terribile alluvione di Valencia del 14 ottobre 1957 (vedi Google) e di quella, catastrofica, del 25 ottobre 1954 di Salerno (vedi Google). Aggiungo, se non bastasse, l’incommensurabile disastro del 9 ottobre 1963 a Longarone di cui, in Italia e a distanza di sessant’anni, non si smette ancora di parlare, di scrivere e di politicare.    Faccio ora un passo di lato, entro in una dimensione cabalistica e  vagamente esoterica, e comincio a preoccuparmi per tutte quelle coincidenze ottobrine. Sarà “ottobre” un mese “destinato” ai disastri? La mia mente razionale si ribella, però... Seguitemi con attenzione.     Il 1° ottobre del 2020, sulla rivista online di Mondovì: MARGUTTE , il sottoscritto Silvano Gregoli, totalmente ignaro delle due catastrofi ottobrine citate qua sopra, pubblica un racconto autobiografico sulla sua “volontariata” a Longar...

IL TORO DI BASTIAN (storia vera)

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ANNI 90, ALTA VALLE STURA    IL TORO DI BASTIAN (storia vera) Il campanile di Sambuco e il Monte Bersaio Ma che cosa avrà mai Sambuco per essere così popolare? Sarà perché si stira, placido, tra terra e aria, sul versante solatio della valle? O sarà forse per via del Bersaio, colosso di pietra emerso dalle acque per fare da sfondo al paese e illuminarlo a giorno nelle notti di luna piena? Sta di fatto che aleggia su Sambuco un inspiegabile senso di aristocrazia, come se il destino avesse voluto farne un ricettacolo di vicende fuori dal comune.  In questo contesto ambiguo, l’avvenimento più rilevante fu senza dubbio l’acquisto dell’ultimo toro da parte di Bastian: mandriano magnetico e sulfureo, sempre accompagnato dai suoi cani, da molti considerato un’incarnazione del Sarvan (uomo selvatico, capace di tutto). Bastian La scelta del toro non fu fortuita, e il misterioso legame che presto nacque tra i due andò ben al di là di una semplice complicità. Fu subito evidente, in...

UNA GITA AL CERVINO (Luglio 1962)

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  Preambolo   Ho scritto diversi “racconti di montagna”, come si dice. Tutti autobiografici. Da scrivere ne avrei ancora altrettanti, ma probabilmente non lo far ò. Per mancanza di tempo e di motivazione.  Perché allora, proprio adesso, questo nuovissimo racconto, inedito: Una gita al Cervino ?  Semplice: erano sessant’anni che lo avevo sulla punta della penna, ma non avevo mai avuto il coraggio di scriverlo. Adesso, è cosa fatta.      Il contesto socio antropologico   Si tratta di un gruppo di ragazzi piemontesi, sui vent’anni, amanti della montagna e alpinisti di livello medio + . Molta forza fisica, competitività, ormoni alle stelle. Nell’insieme, le pulsioni vitali di questi ragazzi si dividevano, equamente, tra il desiderio di percorrere con le loro mani le morbide epidermidi delle loro compagne, e quello di percorrere con le loro mani le ruvide pareti delle loro montagne.     Membri della spedizione   Cordata monregalese:...

IL LEOPARDO DELLE NEVI (Sylvain Tesson)

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  PREMESSA Ho cominciato a leggere Sylvain Tesson anni fa e ne è nata una piccola passione. Da questa mia passione è nato il desiderio di farlo conoscere ai miei amici italiani che non leggono in lingua originale (per chi volesse, caldamente propongo  QUI  un breve “assaggio” della magica prosa di Tesson, tradotta il più vicino possibile alla versione originale). Un giorno, scorrendo una delle sue numerose raccolte di racconti (tra l’altro, Sylvain Tesson ha vinto nel 2009 il prestigioso Premio Goncourt per il racconto) mi imbatto in un testo che, più di altri, fa vibrare alcune mie corde nascoste: un trek nel cupo mondo dell’Himalaya e un guizzo nell’irrazionale. Ho un amico direttore di una bella rivista di montagna. Gliene parlo, ma la risposta è senza mezzi termini: «Due-tre volte troppo lungo. Non si può. Prova a riassumerlo.» Riassumerlo è una parola. Comincio, ci provo, sudo. Taglio: non nella carne; nelle cartilagini, nel grasso, nelle pieghe della pelle. ...